Tre domande a Bahar Kimyongur sul tentativo di Golpe in Turchia

Chi sono i golpisti e quali erano le loro motivazioni?

Sui golpisti, abbiamo avuto avuto pochissime informazioni, alcune contraddittorie. E’ stata accusata la confraternita Gulen. Questo movimento di inspirazione Sufista è molto influente nel mondo mussulmano. Il suo fondatore, Fetullah, ha finanziato, come è noto, grazie a ricche donazioni la costruzione di scuole un po’ dappertutto. Ha sostenuto l’ascesa al potere dell’AKP, il partito di Erdogan. Ma un conflitto è esploso fra i due uomini forti. Nel 2014, uno scandalo di intercettazioni telefoniche ha messo in luce degli elementi di corruzione in seno all’AKP. Gulen che dispone di numerosi contatti in seno alla polizia e alla magistratura era già additato come la gola profonda. Dal 2014, 1800 persone sospettate di appartenere alla confraternita sono state arrestate. A Gennaio, un clamoroso processo ha condannato Gulen per alto tradimento. Ma quest’ultimo è esiliato negli USA. E’ dalla Pennsylvania che ha respinto le accuse sul colpo di Stato di questo week-end.
Altri vedono in questo tentativo di golpe la mano di ufficiali kemalisti dell’esercito, soldati che si richiamano al nazionalismo laico lanciato dal padre fondatore della Repubblica di Turchia, Ataturk. Ma alcuni elementi non permettono di convalidare questa ipotesi. Con i processi Balyoz et Ergenekon, in questi ultimi anni sono state condotte delle purghe per liquidare gli ultimi kemalisti dall’esercito. D’altronde quelli del Partito repubblicano del popolo (CHP) non hanno sostenuto il golpe. A dir il vero, nessuna formazione politica ha appoggiato il tentativo di golpe. E a ragione, l’identità dei congiurati ed il loro modus operandi hanno sollevato numerosi interrogativi. Sconosciuti ai battaglioni, non avevano chiaramente nessun legame in seno alla popolazione, nei media o nella classe politica. Hanno anche bombardato il parlamento, obbligando i deputati a rifugiarsi al sicuro. I golpisti si sono anche alienati le simpatie di tutti i partiti politici, compresi quelli dell’opposizione impegnati in una feroce lotta contro Erdogan. Questo tentativo di colpo di Stato è anche sfociato nella pubblicazione di un comunicato unitario dei partiti politici per condannare l’operazione. E’ del già visto in Turchia. Erdogan rimane detestato da un sacco di gente. Ma il suo slogan “ La democrazia é stata salvata”, nonostante sia totalmente falso, è riuscito a riunire differenti componenti della popolazione.

In effetti, la vera opposizione è rimasta spettatrice di un conflitto che ha opposto due frazioni del potere, con Erdogan da una parte e Gulen dall’altra. Inoltre questo tentativo di colpo di Stato é arrivato in un momento inatteso. In Egitto ad esempio, il golpe del generale Sissi è avvenuto all’indomani di una grande manifestazione popolare contro il governo Morsi. Ma in Turchia, sappiamo che la maggioranza della strada era ad appannaggio di Erdogan. Non esiste movimento sociale che avrebbe potuto appoggiare questa operazione militare che infine si riassume in un colpo di spada nell’acqua. L’esercito turco si é già mostrato con forza in questo genere di esercizi. Lo abbiamo visto all’opera nel colpo di Stato del 1960 che portò all’impiccagione del Primo ministro, islamico-liberale e pro-USA, Adnan Menderes.

E’ ancora l’ esercito turco nel golpe del 1971 con l’impiccagione dei leader marxisti del movimento studentesco. Infine la grande silenziosa (muta) ha colpito di nuovo con il colpo di Stato del 1980. In questo golpe del 1980, ci sono passati tutti con 650.00 persone arrestate e torturate, 49 impiccagioni, 300 desaparecidos.. Venerdì non abbiamo assistito ad una tale dimostrazione di forza. Il colpo di Stato assomiglia sopratutto ad un ultimo colpo di coda per l’onore di qualche soldato minoritario. C’erano rumors secondo i quali nuove purghe sarebbero state condotte a breve. i congiurati sentivano sicuramente la loro fine venire ed hanno tentato un ultimo colpo di poker, in maniera precipitosa.

Alcuni anni or sono, Erdogan sembrava intoccabile. La Turchia metteva in mostra una delle più belle crescite economiche e tornava sul proscenio internationale mentre AKP incassava risultati elettorali importanti. Ma oggi il Presidente sembra di più in più contestato. Impatanato nel conflitto siriano, la Turchia è diventata teatro di attentati. La crescita economica è svanita allo stesso tempo che la disoccupazione ed il debito pubblico sono aumentati. Nel giugno 2015, dopo il tredicesimo anno di dominio. l’AKP perde la maggioranza assoluta alle elezioni legislative salvo riprenderla attraverso elezioni anticipate nel novembre dello stesso anno. Nel frattempo, la deriva autoritaria di Erdogan, è stata largamente criticata. come si può spiegare questa evoluzione? il presidente turco è in declino?
Dal suo arrivo al potere, Erdogan non è mai stato veramente in difficoltà. Salvo nel 2013, con le manifestazioni di Gezi. La popolazione era scesa in strada per protestare contro il governo. Tutte le forme di opposizione si erano allora riunite tanto che Erdogan fu costretto a scatenare la repressione. Lo scandalo delle intercettazioni ha investito in seguito L’AKP nel 2014. Una volta ancora, il presidente ha risposto con una escalation di violenza con numerosi arresti nel mondo della giustizia. Possiamo facilmente constatare come coloro i quali contestino troppo il potere di Erdogan finiscano in prigione o licenziati, Questo vale tanto i semplici manifestanti che per i magistrati.

Con queste situazioni, Erdogan ha perso di credibilità sulla scena internazionale. Ma resta molto popolare in Turchia. Ha conquistato il cuore e lo spirito della popolazione conservatrice a botte di grandi opere e di versetti del corano. Alcuni lo venerano come una sorta di profeta. Attorno alla sua persona si è sviluppato un vero e proprio culto. E non è una novità. Già quando era sindaco di Istanbul, Erdogan era arrivato a tessere le sue reti e a conquistare il consenso del popolo minuto. In questo senso, era molto complementare a Gulen che disponeva dalla sua parte di legami islamisti in seno all’élite e alle alte sfere dell’apparato di Stato. E’ per questo che Gulen ha collaborato con il beniamino delle masse, Erdogan, per favorire l’ascesa dell’AKP. Fino a quando Erdogan si è reso conto di avere sufficiente appoggio popolare per girare la schiena al suo partner. Gulen ha cercato la vendetta con la vicenda delle intercettazioni. E penso che oggi ancora, gli restino sufficienti legami per lanciare questo tentativo di golpe. Se dentro un conflitto, abbiamo la tendenza a dividere i buoni da una parte ed i cattivi dall’altra, in Turchia, la lotta che oppone Erdogan e Gulen ci offre due facce della stessa medaglia. Sul piano religioso, Gulen presenta senza dubbio un islam più discreto ed umile. Vivrebbe infatti dell’assistenza sociale in un piccolo appartamento negli USA. Invece Erdogan è molto più “esplosivo” e mostra un islam fatto di esteriorità per conquistare le masse. Ma tutti e due hanno il profilo di dittatori conservatori. Sono ultraliberisti sul piano economico.. E hanno legami stretti con gli Usa ed Israele.

Non è d’altronde impossibile pensare che Washington abbia dato via libera a Gulen che vive negli Usa da parecchi anni. Numerose personalità turche, fra cui il ministro del lavoro, hanno accusato Obama di essere stato segretamente favorevole ai congiurati. Non è una cosa di poco conto !. Il presidente USA ha condannato sobriamente questo tentativo di golpe. Se l’operazione fosse riuscita, non penso che avrebbero fustigato Gulen. Perché ultimamente, Erdogan ha troppo spesso colpito gli USA. Washington ha bisogno di funzionari docili. Ora, il presidente turco è un funzionario instabile. Ha approfittato della sua partnership con gli USA per seguire la propria agenda neo-ottomana, restio a seguire i piani di Obama. Ricordatevi che quando Obama ha cominciato a bombardare lo Stato islamico, appoggiandosi ai curdi sul terreno, Erdogan sosteneva lo Stato islamico e bombardava i curdi.

Il golpe è fallito, Quali le conseguenze di questo fallimento?

Assisteremo ad un ritorno in grande stile di Erdogan. Sfuggendo al colpo di Stato, il presidente potrà consolidare la sua stretta sulla Turchia. D’ora in poi, non vedo come la minima forma di disobbedienza istituzionale possa esprimersi contro Erdogan. Il presidente ha approfittato di questa operazione per completare la grande pulizia che aveva cominciato. Si parla molto dei quasi 3000 militari arrestati. Ma ci sono, al momento, 2450 magistrati che sono stati dismessi dalle loro funzioni. 140 giudici e procuratori sono stati arrestati, fra cui due giudici della Corte Costituzionale. Si vede chiaramente come la repressione superi largamente semplicemente il quadro di questo tentativo di golpe. Il rischio ora è che tutta la gente si ritrovi ancora più esposta alla violenza di Erdogan: i partiti di opposizione, i sindacati, i movimenti studenteschi…

Ci potrebbero essere, allo stesso modo, delle ripercussioni a livello internazionale. Un inversione di linea era già stata avviata. Erdogan sembra tornare alla sua dottrina iniziale “zero problemi con i vicini”. Questa strategia consisteva nello stabilire alleanze con tutti paesi della regione, senza esclusive né condivisione ideologica. I turchi vi avevano rinunciato per condurre una politica neo-ottomana più aggressiva. L’obbiettivo era di costituire una zona di influenza sunnita controllata da Ankara con Erdogan come sultano. Hanno visto che questo progetto era destinato alla sconfitta. Sostenuto dagli amici della penisola arabica, era rigettato in blocco da Egitto e Siria. Erdogan ha cominciato a mostrarsi allora più ragionevole.Il fattore economico ha evidentemente giocato un ruolo. Le spiagge turche sono deserte. Le centinaia di migliaia di turisti russi che venivano a bagnarsi in Turchia hanno abbandonato le spiagge e gli alberghi. nonostante i piccoli commercianti abbiano manifestato il loro malcontento al governo. Il turismo è cresciuto in maniera considerevole in questi ultimi anni e rappresenta oggi il 6 per cento del PIL turco.Il paese è diventato la sesta destinazione mondiale con 36 milioni di visitatori per anno. Mai recenti avvenimenti hanno fatto abbassare le entrate del turismo ed aumentare la disoccupazione nel settore.

Tutto ciò ha consigliato ad Erdogan di calmare il gioco. si mostra più conciliante con Putin e si è scusato dell’aereo abbattuto. Allo stesso modo si è riavvicinato ad Israele. Ha formulato l’ipotesi di stringere legami con Sissi in Egitto. L’ultimo atto di questo voltafaccia diplomatico è venuto dal Primo ministro. Binali Yildirim ipotizza un principio di normalizzazione con la il governo siriano. Non sappiamo se c’è realmente della sincerità. Ma possiamo aspettarci che Erdogan adotti una posizione più pacata sulla Siria. Questo potrebbe condurre al gelo delle relazioni con gli jihadisti. Questi ultimi soffrirebbero del blocco delle frontiere turche. Con un rischio evidente di rappresaglie. D’altronde, poco dopo la ripresa dei colloqui con la Russia, la Turchia ha subito un massacro all’aerroporto di Istanbul. Non sappiamo molto su questo attentato, ma consociamo la provenienza dei terroristi: un Russo, un Uzbeko e un Kirghiz. Fino ad ora, lo Stato islamico sembra poter gestire capra e cavoli evitando di rivendicare gli attentati commessi in Turchia. Ma se l’ultimo corridoio che collega l’enclave dello Stato islamico, Raqqa, al mondo esterno è chiuso, le tensioni rischiano di aumentare. Sopratutto se Erdogan si riavvicina alla Russia e, di conseguenza, alla Siria.

Fonte : Investig’Action