Tienanmen 20 anni dopo – Testo di Losurdo scritto nel 2009

In questi giorni, la grande stampa « d’informazione » si sforza di ricordare il ventesimo anniversario del « massacro » di piazza Tienanmen. Le commosse rievocazioni degli avvenimenti, le interviste dei « dissidenti » e gli editoriali « indignati », i molteplici articoli che si succedono e che sono in preparazione mirano a copriire d’infamia la Repubblica Popolare Cinese ed a rendere un omaggio solenne alla civilizzazione superiore dell’Occidente liberale. Ma che cosa é realmente accaduto venti anni fa ?

 

Nel 2001 furono pubblicati  e tradotti, nelle principali lingue del mondo cio’ che é stato indicato come “ I documenti di Tienamen” che, se vogliamo credere alle dichiarazioni di coloro che li hanno presentati, riproducono rapporti segreti e resoconti risevati, del processo decisionale che é sfociato sulla repressione del movimento cdi contestazione. Libro che, sempre secondo le intenzioni dei suoi promotori ed editori, dovrebbe mostrare l’estrema brutalità d’un direzione (comunista) che non esita a reprimere una protesta “pacifica” in un bagno di sangue. Solo un’attenta lettura del libroo in questione fa emergere un quadro molto differente della tragedia che é avvenuta a Pechino tra maggio e giugno del 1989.

Leggiamo qualche pagina qui’ e là :

Più di cinquecento camions dell’esercito sono stati incendiati nelle stesso momento in decine di incroci […]. Sul viale Chang’an un camion dell’esercito si era fermato causa un problema di motore e duecento rivoltosi hanno assalito l’autista picchiandolo a morte[…].All’incrocio Cuiwei un camion che trasportava sei soldati ha rallentato per evitare di investire la folla. Un gruppo di manifestanti ha allora iniziato a lanciare pietre, delle bottiglie Molotov e delle torce contro il camion, che ad un certo momento ha iniziato ad inclinarsi dal lato sinistro dal momento che un dei pneumatici era stato bucato dai chiodi che i manifestanti avevano sparso sulla strada. I manifestanti hanno allora dato fuoco a degli oggetti che han poi lanciato contro il camion, di conseguenza il serbatoio é esploso. I sei soldati sono morti tutti tra le fiamme. Non solo c’é stato il ricorso alla violenza, ma qualche volta sono delle armi sorprendenti che sono state utilizzate:

Un fumo verde-giallo si é alzato in modo improvviso all’estremità di un ponte. Questo fumo proveniva da un blindato danneggiato che era, in seguito, diventato anch’esso un elemento del blocco stradale[…]. I blindati ed i carri armati che erano venuti a sgomberare la strada non hanno potuto far altro che ritrovarsi in fila in testa al ponte. D’improvviso un giovane é arrivato di corsa, ha gettato qualcosa su un blindato ed é fuggito. Qualche secondo dopo si é visto uscire lo stesso fumo verde-giallo dal veicolo, mentre i soldati se ne trascinavano fuori, si stendevano in terra sulla strada e si tenevano la gola mentre agonizzavano.Qualcuno ha detto che i soldati avevano inalato del gas tossico. Ma gli ufficiali ed i soldati, malgrado la loro rabbia sono riusciti a condervare il controllo delle proprie azioni.

Questi atti di guerra, con ricorsi rioetuti ad armi vietate dalle convenzioni internazionali, si incrociano con iniziative che lasciano ancor più pensierosi: come la falsificazione della prima pagina del « Quotidiano del popolo » . dall’altra parte, vediamo quali erano le direttive impartite dai dirigenti del partito comunista e del governo cinese alle forze militari incaricate della repressione: Se fosse successo che delle truppe avessero dovuto subire colpi e ferite fino alla morte, da parte delle masse oscurantiste, oppure se avessero dovuto subire attacchi da fuori-legge con sbarre di ferro, pietre o bottiglie Molotov, le truppe dovevano conservare il proprio auto-controllo e difendersi senza utilizzare le armi. I manganelli sarebbero state le loro armi di auto-difesa e mai aprire il fuoco contro la folla. Le disobbedienze sarebbero state punite immediatamente.

Se bisogna credere in un libro pubblicato e promosso dall’Occidente, coloro che dann prova di prudenza e di moderazione non sono i manifestanti ma piuttosto l’Esercito Popolare di Liberazione ! Il carattere armato della rivolta diventa più evidente nei giorni successivi. Un dirigente di primo piano del partito comunista attira l’attenzione su di un fatto estremamente allarmante: « Gli insorti hanno catturato dei blindati e vi hanno montato delle mitragliatrici, al solo scopo di esibirle »: Si limiteranno ad un’esibizione minacciante ? Ciononostante, le direttive impartite all’esercito non vengono sostanzialmente cambiate: « Il Comando della legge marziale tiene a chiarie a tutte le unità che é necessario di non aprire il fuoco, tranne che in ultima istanza».

Persino l’episodio del giovane manifestante che blocca un carro armato, celebrato in Occidente come simobolo dell’eroismo non-violento in lotta contro una violenza ceca ed indiscriminata, é percepito dai dirigenti cinesi, sempre prestando fede al libro già citato molte volte, in una grilla di lettura ben diversa ed opposta: Tutti noi abbaimo visto le immagino del giovane che blocca un carro armato. Il nostro carro ha ceduto il passo numerose volte, ma il giovane restava sempre in mezzo alla strada, ed anche quando ha tentato di salire sul carro armato, i soldati si sono trattenuti e non gli hanno sparato. Cosa che la dice lunga ! Se i militari avessero sparato, le ripercussioni sarebbero state molto differenti. I nostri soldati hanno seguito alla lettera gli ordini del Partito Centrale. E’ stupefacente che essi siano riusciti a mantenere la calma in una situazione del genere !
 
Il ricorso da parte dei manifestanti a gas asfissianti o tossici, e, soprattutto l’edizione pirata del « Quotidiano del popolo », dimostrano senza ombra di dubbio che gli incidenti di Piazza Tienamen non sono un affare esclusivamente interno alla Cina. Degli altri dettagli vengono dal libro famoso in Occidente: « Voice of America » ha giocato un ruolo molto poco glorioso nel suo modo di gettare olio sul fuoco» ; in modo incessante, essa « diffonde notizie senza alcun fondamento e spinge per i disordini». Encor di più, «dagli USA, dalla Gran Bretagna e da Hong Kong sono arrivati più di un milione di dollari di Hong Kong. Una parte di questi fondi é stata utilizzata per l’acquisto di tende, cibo, computers, sstampanti rapide e materiale sofisticato per le comunicazioni».

Quello a cui miravano l’Occidente e gli USA possiamo dedurlo da un altro libro, scritto da due autori statunitensi, orgogliosamente anti-comunisti. Essi ricordano come in quel periodo Winston Lord, ex-ambasciatore a Pechino e consigliere di primo piano del futuro presidente Clinton, non aveva smesso di ripetere che la caduta del regime comunista in Cina era « una questione di settimane o di mesi ».

Questa previsione appariva tanto più fondata quanto si staccava, alla testa del governo e del Partito, la figura di Zhao Ziyang, che-sottolineano i due autori statunitensi-é da considerarsi « probabilmente come il leader cinese  più pro-americano della storia recente » .

In qusti giorni, in un intervista al « Financial Times », l’ex-segretario di Zhao Ziyang, Bao Tong, agli arresti domiciliari a Pechino, sembra pentirsi del mancato Colpo di Stato, al quale aspiravano personalità e circoli importanti in Cina e negli USA, nel 1989, quando il «socialismo reale» cadeva a pezzi: disgraziatamente, « non un solo soldato aveva prestato attenzione à Zhao » ; i soldati « ascoltavano i loro ufficiali, gli ufficiali i loro generali ed i generali ascoltavano Den Xiaoping » .
Visti in retrospettiva, gli avvenimenti che sono accaduti venti anni orsono in Piazza Tienanmen si presentano come un colpo di Stato mancato, ed un tentavio non riuscito d’instaurare un Impero Mondiale pronto a sfidare i secoli….

Di qui a poco ci sarà un altro anniversario. Nel dicembre 1989, senza nemmeno esser stati preceduti da una dichiarazione di guerra, i bombardieri statunitensi si scatenarono su Panama e la sua capitale.

Comme risulta dalla ricostruzione di un autore-ancora una volta staunitense-, dei quartieri densamente popolati furono sorpresi in piena notte dalle bombe e dalle fiamme; in gran parte furono i « civili, poveri e con la pelle scura » che persero la vita; più di 15.000 persone restarono senza tetto, si tratta in ogni caso «dell’episodio più sanguinoso della storia del piccolo paese».

Si puo’ facilmente prevedere che i giornali imegnati a spandere le proprie lacrime sulla Piazza Tienanmen, voleranno molto molto sopra l’anniversario di Panama come d’altra parte é successo tutti gli ultimi anni. I grandi organi d’« informazione » sono, in realtà, i grandi organi di « selezione delle informazioni», e di orientamento e controllo della memoria.

Riferimenti  Bibliografici :

– Jamil Anderlini 2009, « I carri armati ruggivano ed i proiettili volano », (Thanks where roaring and the bullets flying) nel « Financial Times », p. 3 (« Life and Arts » )

– Richard Bernstein, Ross H. Munro 1997, La guerra che comincia contro la Ia CIna (The coming Conflict with China), Knopf, New York

– Kevin Buckley 1991 Panama. Tutta la vicenda, (Panama. The Whole Story),  Simon & Schuster, New York

– Andrew J. Nathan, Perry Link (éditeurs) 2001, I documenti di Tienanmen (The Tienanmen Papers (2001)), traduzione italiana di Michela Benuzzi et alt. Tienanmen, Rizzoli, Milano

 

Fonte: Le Grand Soir