Perché gli Stati uniti hanno una relazione speciale con Israele : non é la lobby israeliana

Israele fa il lavoro sporco di Washington in Siria, dove la legge statunitense limita le azioni del Pentagono, dalle rivelazioni di un ex-inviato  statunitense

 

Nel suo libro A World Without Islam [Un mondo senza islam], l’ex capo della stazione della CIA à Kabul, Graham E.Fuller, afferma che l’11/9 ed altri attentati contro gli Stati Uniti commessi da musulmani scontenti ci sarebbero stati anche in un mondo senza Islam, perché questi attacchi erano una reazione all’imperialismo US e non un prodotto della religione degli attentatori. Sarebbe un errore, scrive Fuller, “ considerare l’Islam come fonte di resistenza; altrimenti bisognerebbe credere che se questi musulmani non fossereo stati musulmani non si sarebbero ribellati contro la dominazione straniera”. [1]

La dominazione degli Stati Uniti sul Medio-Oriente é, prima di tutto da attribuire, scrive Fuller, alle « risorse petrolifere ed energetiche del mondo  musulmano”. Il petrolio é “il motore dell’incessante intervento occidentale”. La politica statunitense nel Medio-Oriente é modellata dalle preoccupazioni riguardanti “ la proprietà del petrolio, il controllo delle compagnie petroliere, le politiche dei prezzi e della condivisione dei prezzi [e] la manipolazione politica dei dirigenti per ottenere le migliori condizioni sul petrolio” [2] secondo Fuller che é stato, anche, vice –presidente del National Intelligence Council alla CIA. Per giunta, c’é da considerare la realtà che “gli Stati Uniti oggi sono, secondo le loro proprie stime, la potenza dominante con enorme strapotere sul resto del  mondo in quasi tutti i campi, e sono determinati ad imporre la loro volontà con ogni mezzo”[3]. E questo ben oltre il solo Medio-Oriente. In qualità di paeseche ha inizaiato con 13 colonie sulla costa Atlantica, ma che si é esteso in tutto il continente ed ha aggiunto colonie nell’oceano Pacifico e nei Caraibi, gli Stati Uniti sono, e sono sempre stati un paese imperialista.

D’altra parte, alcuni credono che il dominio US sul mondo musulmano sia da imputare all’influenza degli ebrei ricchi e della lobby ebraica su coloro che decidono la politica estera statunitense e che, in un mondo senza Israele, gli Stati Uniti non interverrebbero militarmente e politicamente nel Medio-Oriente. John Mearsheimer e Stephen Walt hanno espresso questa teoria nel 2006 in un celebre articolo de The London Review of Books, « The Israel Lobby », ed in un libro l’anno dopo. Altri, tra cui Jean Bricmont e Diana Johnstone, sono andati ancora più avanti, sostenendo che « per quel che riguarda la guerra con la Siria, é Israele che dirige la politica degli Stati Uniti».[4]

Secondo questi analisti, i procedimenti che hanno fatto degli Stati uniti un mostro imperialista nel mondo intero, in qualche modo sono assenti nel Medio oriente. Ma, parafrasando Fuller, sarebbe un errore di considerare la lobby israeliana o Tel Aviv come la fonte delle decisioni di politica estera degli Stati Uniti, altrimenti, bisognerebbe credere che se Israele non esistesse, gli Stati Uniti non cercherebbero di dominare il mondo musulmano ricco di petrolio.

Gli Stati Uniti hanno utilizzato Israele come strumento per proteggere e far avanzare i loro interessi economici e strategici nel Medio –Oriente dal 1967, quando lo stato ebreo autoproclamato ha fatto un gran favore a Washington e agli interessi petroliferi statunitensi vincendo facilmente il nazionalismo arabo-che si opponeva alla dominazione statunitense sulla regione con lo slogan « il petrolio arabo agli Arabi » – nella guerra dei Sei giorni nel gjugno 1967.

 

Da allora, il ruolo giocato da Israele in quanto strumento della potenza US é stato trascurato in Occidente, ma raramente nel terzo mondo. Gli oppositori arabi all’imperialismo statunitense, da        Gamal Abdel Nasser a Leila Khaled e Hassan Nasrallah hanno capito che Israele altro non era se non l’arma utilizzata dagli Stati-Uniti contro gli Arabi. Per Hugo Chavez,Israele era uno degli “strumenti imperialisti” degli Stati Uniti.[5].

Finanche i dirigenti politici e militari di Israele, da Moshe Dayan a Benjamin Netanyahou, erano d’accordo. Dayan ha detto che la missione d‘Israele é di «essere una roccia, un prolungamento del l’Occidente, contro cui le ondate del……nazionalismo arabo [sotto la bandiera del: petrolio arabo per gli Arabi] verranno ad infrangersi e rompersi ».[6] Netanyahou ha descritto il suo paese come « l’avant-posto dell’Occidente nel Medio-Oriente».[7]

Solamente in Occidente il ruolo di Israele come strumento degli Stati Uniti é stato difficile da comprendere. Questo é dovuto al fatto che il contributo d’Israele alla protezione della potenza statunitense é stato, talvolta, discreto.In altri momenti é stato nascosto da false pretese di autodifesa, le azioni di Israele nel nome del suo padrone americano apparivano motivate da preoccupazioni puramente israeliane di auto-preservazione piuttosto che da obbiettivi americano-israeliani comuni che miravano ad indebolire le forze rispirate dall’idea che il mondo arabo dovrebbe esistere per gli Arabi e non per i coloni ebrei e le compagnie petrolifere staunitensi.

Per esempio, la Siria e l’Iraq hanno rifiutato nel 1970 di sostenere l’OLP contro il re Hussein di Giordania, temendo che se avessero agito per aiutare a spodestare una marionetta europea, Washington avrebbe ordinato degli attacchi israeliani contro i due paesi. La SIria e l’Iraq sapevano che essi non avrebbero potuto confrontarsi con il potente esercito israeliano e non avevano nessuna intenzione di scatenare delle rappresaglie israeliane. Come Sun Tzu fa osservare, il miglior generale é colui che vince senza combattere, ed Israele ha spesso utilizzato il vantaggio militare fornitogli dagli Stati Uniti per dissuadere forze locali che mirassero all’indipendenza e all’affermazione nazionale. Ma peché in questi casi, Israele non deve combattere per vincere, il suo contributo al rafforzamento della dominazione statunitense sulla regione é difficile da vedere.

Israele ah giocato un ruolo di primo piano impedendo all’Iraq ed alla Siria di avere un armamento nucleare, distruggendo i reattori nucleari nei due paesi, facilitando cosi’ l’invasione e la conquista dell’Iraq da parte degli Stati Uniti nel 2003, cosi’ come la recente invasione e l’occupazione militare statunitense di un terzo della Siria. I raids aerei che hanno distrutto i reattori sono stati presentati da Israele e dal suo padrone americano come autodifesa, ma poiché Israele si é già dotata dell’arma atomica; lo sviluppo di una capacità di armamento nucleare non avrebbe fatto altro che stabilire una parità nucleare e non una minaccia offensiva contro Israele. Delle armi nucleari nelle mani dell’Iraq o della Siria non avrebbero avuto, al massimo, che l’effetto dissuasione per gli attacchi statunitensi e israeliani. Cio’ é stato confermato dal generale-maggionre Amir Eshe, capo della divisione di pianificazione dell’esercito israeliano, che ha chiesto se gli Stati Uniti avrebbero « osato affrontare… Saddam Hussein [se egli] avesse avuto una capacità nucleare ». « In nessun modo », ha egli stesso risposto. [8]

Ci si puo’ porre la stessa domanda a proposito della Siria. Gli Stati Uniti si sarebbero piazzati cosi’ facilmente nel terzo della Siria se Assad avesse avuto una capacità nucleare? Non é affatto sicuro.

Più di recente, Israele ha agito come uno strumento degli Stati Uniti conducendo attacchi aerei in Siria contro le forze fedeli a Damasco. Gli attacchi-Israele ha effettuato migliaia di raids in Siria,solo contando quelli del 2017[9]-sono descritti come bombardamenti difensivi contro gli sforzi iraniani mirati a stabilirsi con una presenza militare in Siria, per minacciare Israele. Ma questa é solo una copertura.

La verità é che gli Stati Uniti non hanno l’autorizzazione legale interna per attaccare le forze siriane ed iraniane, che cercano di recuperare nel nome di Damasco il territorio siriano occupato dagli statunitensi. Per condurre la sua guerra permanente mirante a configurare la situazione del dopo-guerra della Siria, Washington ha reclutato Israele, che non é limitato dalla legge statunitense, per servire gli statunitensi come loro rappresentante.

 

Come rivelato qualche giorno fa da Brett McGurk, fino a poco tempo fa, inviato speciale degli Stati Uniti in Iraq e Siria in Foreign Affairs « Gli Stati-Uniti hanno coordinato il loro approccio con Israele che é cominciato nel 2017 a condurre bombardamenti aerei contro elementi militari iraniani in Siria

[perché] Washington non aveva alcuna autorità legale per prendere di mira le forze iraniane nell’interno della Siria».

McGurk fa notare che la « combinazione della forza israeliana, della diplomazia US e della presenza militare degli Stati Uniti [nel nord-est della Siria] ha dato a Washington une potente moneta di scambio con i Russi » per condizionare cio’ che McGurk chiama la Siria « dopo-guerra civile ». [10]

Tutto questo non vuol dire che le azioni di Israele nel nome del suo padrone americano vadano contro i suoi interessi ; niente affatto. Gli obbiettivi israeliani e statunitensi nel Medio-Oriente sono largamente concordanti, ed é questo il motivo per cui i due Stati hanno una relazione speciale. Entrambi i paesi sono vivamente interessati alla soppressione delle forze indipendenti e nazionaliste [arabe] anche se le loro ragioni differiscono.

Washington aspira al controllo delle risorse petrolifere della regione e delle vie marittime e terrestri che collegano a queste risorse nel nome dell’élite economica americana, che monopolizza i profitti a spese delle popolazioni locali. Israele cerca di contenere, indebolire e minare le forze locali indipendenti e tendenti all’affermazione nazionale allo scopo di conservare la sua democrazia di

Herrenvolk [la democrazia di Herrenvolk é un sistema di governo nel quale soltanto il gruppo etnico maggioritario partecipa al governo, mentre i gruppi minoritari sono esclusi anche dal voto. Concetti simili includono la democrazia etnica e l’etnocrazia.Il termine tedesco Herrenvolk “master race” o “razza superiore” fu introdotto nel XIX secolo per giustificare il colonialismo con la superiorità della razza degli Europei) sulle terre rubate agli Arabi. Ogni Stato conta sull’altro per raggiungere gli obbiettivi rispettivi. Quindi mentre gli interessi statunitensi ed israeliani si uniscono, gli scopi della politica estera americana nel mondo arabo esistono indipendentemente da Israele. Un Medio-Oriente senza Israele resterebbe una regione traboccante d’« una fonte incredibile di potenza strategica ed uno dei più grandi trofei di materiale della massima importanza strategica nella storia mondiale »[11].Un Medio-Oriente senza Israele resterebbe una regione instabile come un’analisi del dipartimento di Stato Us riporta. Inoltre un mondo senza Israele sarebbe sempre un mondo nel quale gli Stati Uniti sarebbero dominati dai giganti dell’industria e dai padroni della finanza sempre alla ricerca in tutto il mondo di occasioni di profitto, molto interessati alle grandi ricompense in materiali stategici.

Come spiego nell’ultimo paragrafo del mio nuovo libro, Israel, A Beachhead in the Middle East [Israele une testa di ponte nel Medio-Oriente], « al centro delle guerre incessanti nel Medio-Oriente, si pone la domanda di sapere chi possiede e controlla il petrolio arabo e persiano e le strade marittime e terrestri che provengono e conducono al petrolio ed alle risorse- gli abitanti locali o il governo americano e gli investitori che esso rappresenta? La risposta sionista é sempre stata chiara: gli interessi economici e politici occidentali devono avere la supremazia nel Medio-Oriente. Israele ha iniziato come una colonia europea, fondata in modo anacronistico esattamente nel momento in cui cominciava la grande ondata delle decolonizzazione.

Poiché gli Stati Uniti hanno rimpiazzato la Gran Bretagna e la Francia come potenza imperialista dominante nella regione, Israele é passata d’avan-posto del terrore nel mondo arabo quele era prima a piattaforma di protezione per gli interessi degli investitori europei. Durnate tutta questa transizione, Israele é restata strettamente legata alla potenza imperiale, servendo sempre come testa di ponte dell’Occidente nel Medio-Oriente.

Questi argomenti sono sviluppati in modo più esaustivo in  Israel, A Beachhead in the Middle East, ( Israele, Una testa di ponte nel Medio-Orientest) disponibile presso Baraka Books.

 

Note :

1) Graham E. Fuller. A World Without Islam, (Little, Brown & Company, 2010), 256.

2) Fuller, 262.

3) Fuller, 252.

4) Jean Bricmont e Diana Johnstone, “The People Against the 800 Pound Gorilla,” counterpunch.org, 13 septembre 2013.

5) « Il presidente del Venezuela Hugo Chavez : «Israele utilizza i metodi di Hitler, gli Stati Uniti utilizzano i metodi di Dracula. Io sono un nasseriano che ha attraversato i deserti, cavalcato cammelli e cantato con i Beduini. Al-Jazeera ha un ruolo nella liberazione del mondo », Middle East Media Research Institute TV Monitor Project, 4 agosto 2006, https://www.memri.org/tv/president-venezuela-hugo-chavez-israel-uses-methods-hitler-us-uses-methods-dracula-im-nasserist/transcript

6) Benjamin Beit-Hallahmi. The Israeli Connection: Who Israel Arms and Why, Pantheon Books, 1987), 5.

7) Adam Shatz, “The sea is the same sea,” The London Review of Books, (Vol. 40 No. 16 · 30 août 2018).

8) Ethan Bronner, “Israel sense bluffing in Iran’s threats of retaliation”, The New York Times, 26 janvier 2012.

9) David Morrison, “Israel complains about violation of its sovereignty while being a serial violator,” Open Democracy, 1er mars 2018; Gregory Shupak, “Painting an Israeli attack on Syria as Israeli ‘retaliation’,” Fair.org, 21 février 2018.

10) Brett McGurk, “Hard truths in Syria: America can’t do more with less, and it shouldn’t try”, Foreign Affairs, April 16, 2019.

11) Cité dans Noam Chomsky, Fateful Triangle: The United States, Israel, and the Palestinians, (Pluto Press, 1999), 61.

 

 

Tradotto da Francesco Romano per  Investig’Action